La Fondazione
La Fondazione Luigi Sidoli viene costituita nell’aprile del 2020, in piena pandemia da Covid 19. È il momento in cui appare evidente anche ai più scettici l’estrema interdipendenza mondiale causata dalla globalizzazione. Ma è anche il momento in cui il cambiamento climatico assurge ad emergenza parallela, se non addirittura maggiore della pandemia, se non addirittura una delle cause che ne hanno facilitato la genesi e la diffusione.
È oramai chiaro a tutti gli operatori economici ed ai policy makers che il cambiamento climatico è la priorità per consentire alla specie umana la sopravvivenza.
In un simile contesto è necessario valutare gli effetti che il cambiamento climatico comporta sulle attività umane, in primis quelle economiche, e come tali effetti possano essere misurati e previsti.
Se da un lato il mondo accademico e gli analisti ci forniscono dati esaustivi di prediction sugli andamenti di variabili climatiche quali temperatura, piovosità, venti, siccità, ecc. resta tutto da riempire lo scenario relativo alle ripercussioni che tali variazioni comportano per le attività produttive, a partire dall’agricoltura declinata in tutte le sue espressioni, dalle coltivazioni vegetali, alle attività di prelievo terrestri (silvicoltura) che marine (pesca), dalla zootecnia all’acquacoltura.
Ultimo ma non meno importante, il cambiamento climatico porta fra i vari stravolgimenti anche elementi che facilitano la proliferazione di specie non autoctone, sovente invasive, ancor più spesso dannose, sia a livello di organismi pluricellulari (insetti) che batteri e virus. Su tale aspetto il mondo accademico ci fornisce informazioni sulle cause che facilitano la comparsa degli alien pests: vi è pur tuttavia la necessità di introdurre elementi di prediction sulla loro consistenza che ne possano facilitare la prevenzione in prima battuta, ma anche le successive politiche di recovery dei danni.